Una valigia piena di leggerezza

Tempo di lettura: 3 minuti

Spunto di riflessione: Dare spazio alla leggerezza non è superficialità, ma una vacanza per l’anima.

Finalmente è vacanza con la famiglia al completo. Tre settimane di immersione nelle gioie e ansie più grandi.

Ho già fatto le valigie dei bambini, in cui ho messo i vestiti che loro amano vedersi addosso. A Davide basterebbero tre magliette identiche di Black Panther per essere tremendamente felice. Emma, invece, è una mini-donna che pretende di andare in spiaggia con il cerchietto e un abito sempre diverso. È inutile pensare di convincerla che un pantaloncino rosa possa eguagliare l’eleganza di un vestito con gli unicorni. Battaglia persa in partenza.

Ora tocca a me scegliere quali abiti portare in vacanza. Guardo la valigia vuota e vorrei che magicamente si riempisse di vestiti da sola. Apro l’armadio e osservo le grucce grondanti di abiti e pantaloni comprati negli anni, in momenti in cui avevo voglia di cambiare senza, poi, avere attimi di coraggio per farlo.

Cosa metto in valigia? Il solito abito nero confortevole e rassicurante? Il pantalone blu classico, abbinabile a qualsiasi colore? In questi ultimi mesi ho imparato ad ascoltare me stessa, a liberarmi da quel bisogno di accondiscendere l’altro che metteva in ombra qualche aspetto di me.  

Ci metto poco tempo a decidere, più per il problema di quanto portare che per cosa scegliere. Mi ritrovo una valigia di fantasie fiorite e colori forti. In questa vacanza voglio essere leggera, non programmata. Il primo vestito che decido di portare l’ho comprato per il battesimo dei miei bambini, poco più di quattro anni fa.

Ricordo di averlo trovato in un negozio verso il centro, fiori bianchi su colore verde acido. Era esposto in vetrina, abbinato a un cardigan bianco leggero con maniche a tre quarti e un solo bottone. Sono entrata subito in negozio e ho provato tutto l’insieme, consapevole che mi piacesse tanto quanto poche sarebbero state le occasioni in cui avrei avuto il coraggio di metterlo. Io, sempre monocolore, sempre con abiti di taglio classico, sempre poco visibile agli altri per restare un passo indietro. La fantasia di quell’abito è sudi moda quest’anno, ma non è il motivo che mi ha portato a sceglierlo. Il taglio ampio e la stoffa sottile mi trasmettono sulla pelle una leggerezza che cerco da tempo e che poche volte mi sono concessa. Insieme a quell’abito ho subito messo in valigia una gonna lunga a piccoli fiori multicolori, con una fila di bottoni davanti. La sua trasparenza mi ha sempre messo in soggezione, mi ha sempre lasciato a disagio per tutto il tempo in cui la indossavo. Ora quella gonna rappresenta la trasparenza di un animo aperto e privo di paure verso pregiudizi e ansie di rispettare prima l’altro di sé stesso.

Accanto a questi colori porto via anche un abito scollato davanti e sulla schiena, color cappuccino, con due tasche. La linea è semplice e schietta, non ci sono spazi per apparenze aggiunte perché diventerebbe diverso da come è nato.

Sopra a tutti gli abiti ne spicca uno verde petrolio, sbracciato e un po’ corto. Quanti anni di adolescenza ho nascosto sotto maglie larghe e con maniche lunghe per nascondere un mio difetto di nascita. Quando Emma mi ha visto con l’abito mi ha detto che ero bellissima. Perché nascondere ciò che si è? Quel difetto mi ha reso ciò che sono oggi, pregi e difetti, scelte e traguardi. Accettare e prendersi cura di ogni lato di sé stessi è un viaggio difficile e misterioso, durante il quale si può trovare un punto di vista più inclusivo della propria vita. Poi, oltre a rendere felice me, vedere quell’abito color petrolio renderà felice anche Emma.

Chiudo la valigia. Sono sicura di partire con tutto quello di cui ho bisogno. Sono sicura di trovare altrettanto durante il mio percorso di famiglia in queste tre settimane di mare.

Buona serena leggera estate a tutti.

Condividi articolo
Default image
Alessandra Gilardini
Inutile lottare per cambiare me stessa: sono una miscela di forza, debolezza, complessità e leggerezza. Posso esplodere e ferire, oppure spegnere e curare. La scrittura è una carezza che faccio a me stessa, uno scioglinodi che agisce nel profondo e mi libera, per iniziare ad amarmi e amare davvero e profondamente.
Articoli: 6

Lascia un commento