Le emozioni dei bambini 

Tempo di lettura: 5 minuti

Recensione di Serena Savarelli di “Le emozioni dei bambini” di Isabelle Filliozat

Spunto di riflessione: quanta importanza diamo alle emozioni che provano i bambini? Siamo consapevoli che rispettare le emozioni di un bambino significa permettergli di sentire chi è, di prendere coscienza di sé stesso in quel preciso momento?

“Le emozioni dei bambini” di Isabelle Filliozat è un libro che dovrebbero leggere tutti i genitori, soprattutto prima della nascita di un bambino. Questa lettura è piuttosto un “manuale” che insegna che prima di educare un bambino è necessario essere adulti in grado di accompagnare i propri figli. 

Il libro viene introdotto da una poesia di Janusz Korczak, a mio parere, ricca di significati:

Dici:
è faticoso frequentare i bambini.

Hai ragione.

Aggiungi:

perché bisogna mettersi al loro livello,

abbassarsi, scendere, piegarsi, farsi piccoli.

Ti sbagli.

Non è questo l’aspetto più faticoso.

È piuttosto il fatto di essere costretti a elevarsi

Fino all’altezza dei loro sentimenti.

Di stiracchiarsi, allungarsi, sollevarsi

Sulle punte dei piedi.

Per non ferirli.

Non a caso Isabelle Filliozat comincia a parlare d’intelligenza del cuore, come quella capacità di rimanere sé stessi in tutte le situazioni che la vita presenta, sia quelle piacevoli che quelle spiacevoli, e non solo come il saper amare e capire gli altri.

L’intelligenza del cuore da lei descritta è la capacità di essere felici, di non lasciarsi dominare dalle avversità, di scegliere la propria vita e di stabilire relazioni armoniose con gli altri. Insomma, qualcosa che ogni genitore desidera per i propri figli. 

Ma come fa un padre o una madre a garantire al proprio figlio tutto questo, se non operano un lavoro costante dentro di loro di perfezionamento della loro stessa intelligenza emotiva? Devono essere in primis i genitori ad avere consapevolezza che l’emozione è al centro dell’individuo, che è espressione della sua vita e saperla ascoltare, rispettare, significa ascoltare e rispettare la sua persona. Imparare questo è necessariamente essere in grado di trasmetterlo anche ai propri figli, altrettanto consapevoli che l’emozione ha un senso, uno scopo. È terapeutica. 

Un messaggio significativo e ricorrente nel libro è proprio questo:

“rispettare le emozioni di un bambino significa permettergli di sentire chi è, di prendere coscienza di sé stesso in quel preciso momento.”

I genitori dovrebbero essere i principali punti di riferimento, i miglior educatori in grado di aiutare i figli a sviluppare il loro quoziente emotivo. L’emozione è la vita che si muove dentro di noi. È un movimento che parte dall’interno e si esprime all’esterno. Un bambino non può crescere se prima non sono cresciuti i suoi genitori; infatti sono proprio i figli a porre quest’ultimi di fronte ai loro limiti e a insegnar loro inevitabilmente come si ama davvero.

L’autrice riporta tantissime storie di vita sia personale sia dei genitori che ha avuto l’occasione di seguire per i bisogni del figlio. In molti di questi esempi descritti mi sono ritrovata nel mio ruolo di madre più di una volta, sia per quanto concerne errori commessi anche da me sia per strategie adottate per promuovere il benessere dei miei figli in determinate circostanze. 

Alcuni concetti affrontati nel libro meritano di essere evidenziati e non più scordati, come:

  • l’autonomia viene costruita a partire da un sentimento di sicurezza;
  • un bambino è una persona: ha i suoi pensieri, le sue emozioni e le sue immagini mentali;
  • il bambino piccolo è prigioniero dell’immediatezza delle sue risposte emotive, non riesce a guardare gli eventi in terza persona;
  • il bambino vede il mondo con i suoi occhi e a noi spetta il difficile compito di saperlo ascoltare e comprendere;
  • ogni suo comportamento esagerato ha una motivazione e il “capriccio” è espressione di un bisogno.

Un genitore consapevole delle affermazioni sopra citate, è un adulto che saprà accantonare momentaneamente i suoi bisogni per soddisfare quelli del proprio figlio, seppur la cosa non è né facile né semplice. La realtà è che se un genitore non riconosce i suoi bisogni e le sue emozioni, rischierà di proiettarle sul figlio, caricandolo di un peso che non lo riguarda. 

Il neonato è un esempio che ci insegna tantissimo: lui non può soddisfare da solo i suoi bisogni, ma se non ha accanto degli adulti pronti a soddisfarli, si sentirà profondamente smarrito e imparerà a non piangere più se chi gli sta accanto non si prende cura di lui. Questa situazione dimostra anche che come un genitore è stato cresciuto, può influire sui figli, perché è necessario guarire eventuali vecchi traumi per poter lasciare vivere i figli secondo il loro ritmo. 

Una consapevolezza fondamentale è la seguente: il genitore è l’adulto, dotato di un cervello capace di bloccare le reazioni istintive e di scegliere il suo comportamento in funzione di ciò che ritiene importante e degli obiettivi che vuole raggiungere. La domanda necessaria sarà: “Che cosa ha più valore per me?”, nonostante sia normale che un figlio abbia sconvolto l’ordine stabilito. Da adulti non possiamo dimenticare che la libera espressione delle emozioni garantisce la salute psichica e che l’emozione è la chiave che apre la porta della consapevolezza di sé

“Ascoltare, accogliere e rafforzare i sentimenti dei nostri figli significa aiutarli a costruirsi come persone.

Se il bambino non ha il diritto di esprimere ciò che sente, se non lo ascolta nessuno quando piange o è in preda all’ira o al terrore, se nessuno gli conferma che ciò che sente è giusto e che ha il diritto di sentire esattamente ciò che sente, può accadere che il bambino cancelli ciò che prova.”

Ci sono delle situazioni che un genitore dovrebbe ascoltare con maggior attenzione ed empatia quando: suo figlio piange, perché il pianto è uno strumento naturale che serve a riportare equilibrio; suo figlio ha gli incubi, che possono essere espressione di bisogni; suo figlio mette il broncio; è arrabbiato, perché anche la collera è l’espressione di un bisogno, una richiesta all’altro per ristabilire un equilibrio e uno strumento per gestire la frustrazione e non deve essere eliminata, ma vissuta e superata; ha paura, in quanto non dobbiamo dimenticare che esistono paure sane e da attraversare o superare e tutte devono essere rispettate. 

“Esprimendo un interesse autentico per i sentimenti e i pensieri di un bambino lo aiutate a essere se steso. Aiutare un bambino a essere consapevole di sé stesso significa innanzitutto ascoltarlo veramente, senza giudicarlo, senza dargli consigli, senza tentare di pilotarlo, permettendogli semplicemente di dare un nome a ciò che vive, aiutandolo a conoscersi e ad accettare e capire ciò che avviene in lui.”

Se il bambino non possiede ancora gli strumenti mentali per gestire in modo efficace ciò che vive, non deve essere lasciato solo. La vicinanza, la capacità di porre domande aperte, aiutarlo ad acquistare fiducia in sé stesso e nella sua capacità di trovare delle risorse in tutte le circostanze, sarà insegnargli l’intelligenza del cuore. Essere un adulto capace di questo, significa essere una persona che ha anche risanato quelle ferite che si porta dietro dall’infanzia.

Un capitolo molto significativo è quello che riassume le tappe per aiutare il bambino a vivere l’emozione, perché l’autrice sottolinea che i lividi dell’anima possono essere più gravi dei graffi del corpo:

  • rispettare l’emozione: condizione che instaura fiducia reciproca;
  • ascoltare;
  • accettare e capire;
  • anch’io/sdrammatizzare;
  • cercare le sue risorse, interne ed esterne;
  • aiutarlo a liberare la sua energia;
  • soddisfare il bisogno d’informazione;
  • fargli formulare diverse risposte possibili di fronte alla paura.

Mai dimenticare la struttura della frase efficace:

“Quando tu… (comportamento preciso dell’altro)

provo… (la mia emozione, il mio sentimento)

perché io… (il mio bisogno)

e ti chiedo di… (richiesta precisa di un comportamento qui e ora che mi permetta di ristabilire la relazione con l’altro)

cosicché… (motivazione per l’altro)

La gioia dei bambini è in primo luogo la gioia di essere con qualcuno. Condividere, sorridere, ridere, gridare, esclamare, baciare, abbracciare: sono questi i verbi della gioia.

Tutti i bambini hanno la capacità di sentire, quindi è inutile nascondere loro qualcosa. Le emozioni giuste ci restituiscono potenza, quelle fuori luogo, sproporzionate, ci rendono vulnerabili. Esse non sono solo il sale dell’esistenza, ma anche la sua essenza e non sono mai pericolose. 

Quasi al termine di questa lettura mi sono impressa una frase nella mente:

“Dobbiamo sapere che tutti i problemi che ci rifiutiamo di affrontare saranno a carico dei nostri figli o nipoti.

Titolo: Le emozioni dei bambini
Autore: Isabelle Filliozat
Edizione: Pickwick, 2014

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Serena Savarelli
Serena Savarelli nasce ad Arezzo il 26 luglio 1979, laureata in Ostetricia, vive a Castiglion Fiorentino con il marito e i figli, biologici e adottivi. Serena lavora come ostetrica di comunità nel consultorio familiare del suo paese La scrittura è la sua passione fin da piccola nella quale continua a formarsi, reputandolo un importante strumento nella cura di sé. Il Master in Scrittura Terapeutica è stato fondamentale per la sua crescita interiore. Inizia a pubblicare per MonteCovello Editore nel 2017 vari racconti e poesie e il suo primo romanzo La vita in una matrioska. Con Pav Edizioni continua a pubblicare racconti in antologie della collana Pav per il sociale, condividendo così tematiche importanti come la cura di sé, la diversità in tutte le sue forme, la violenza sulle donne e maternità e disabilità. Sempre con la stessa casa editrice è in procinto di pubblicare il suo secondo romanzo. Serena Savarelli è impegnata da molti anni nella tutela dei diritti dei minori special needs, collaborando con le associazioni di volontariato Voci diverse e M’ama dalla parte dei bambini, attive nel territorio italiano. Entrambe le associazioni promuovono la realizzazione di una rete di sostegno tra le famiglie che vivono la disabilità del proprio figlio, in un contesto d’inclusione e di accoglienza per il benessere globale della persona. Pubblica nel 2022 il romanzo “ Dove il sole si ferma” Pav edizioni , scritto con la sorella Giulia
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